MF ANALISI: il caso Tim segna il ritorno dello Stato sperando di evitare i guai del passato
November 08 2023 - 1:46AM
MF Dow Jones (Italian)
ROMA (MF-NW)--L'acquisto da parte del fondo Kkr delle attività
relative alla rete fissa di Tim si presta a varie considerazioni.
C'è un aspetto giuridico circa la legittimità della delibera del
cda senza il coinvolgimento dell'assemblea, richiesto invece dal
socio di minoranza Vivendi. C'è un aspetto più di sistema relativo
all'entrata in campo dello Stato, che al termine dell'operazione
acquisirà il 20% delle azioni nella società veicolo (Optics BidCo)
controllata dal fondo Kkr.
La questione giuridica, per ora oggetto di una molteplicità di
pareri incrociati acquisiti da Tim e da Vivendi, dovrà essere
risolta in sede giudiziaria. L'esito dell'azione in sede civile,
già preannunciata da Vivendi, non è scontato e mette un'ipoteca
sull'intera operazione.
Il ritorno dello Stato in un ambito strategico come la rete di
Tim, superando l'integrazione verticale tra gestione
dell'infrastruttura e l'offerta di servizi alla clientela, è un po'
il segno dei tempi. Infatti, il pendolo dei rapporti tra Stato e
mercato oscilla in questa fase storica a favore del primo. Per
molti decenni, fin dalla crisi finanziaria ed economica degli anni
Trenta del secolo scorso, la mano dello Stato, in funzione di
salvatore di ultima istanza, era caduta su molte imprese e banche
di rilievo nazionale sull'orlo della crisi. Le società acquisite in
gran parte dall'Iri trovarono nel dopoguerra un assetto stabile nel
sistema delle partecipazioni statali sottoposto a controllo da
parte del ministero per le Partecipazioni statali. Iri, Eni ed
Efim, costituirono la triade degli enti pubblici di gestione di una
miriade di società, operando come cinghia di trasmissione di
indirizzi governativi anche in funzione di programmazione
economica.
Nel 1962 ebbe luogo la nazionalizzazione dell'intero settore
elettrico affidato in concessione all'Enel, ente pubblico economico
sottoposto agli indirizzi governativi. Anche la telefonia,
all'epoca solo fissa, costituiva un'attività riservata allo Stato
(tramite la Sip costituita nel 1964, controllata dall'Iri tramite
la Stet, poi confluita in Telecom nel 1994). Solo dagli anni '80 e
soprattutto all'inizio dei '90 il pendolo si spostò decisamente a
favore del mercato all'insegna delle liberalizzazioni e delle
privatizzazioni. Le prime, indotte dalle direttive europee,
anzitutto nei settori dell'energia elettrica e delle
telecomunicazioni, portarono allo smantellamento dei regimi di
monopolio legale e all'apertura dei settori alla concorrenza. Nel
caso dell'ex monopolista Enel si ebbe anche uno spacchettamento
delle attività. Fu infatti trasferita la proprietà e la gestione
della rete nazionale a una nuova entità (il Gestore della rete
elettrica nazionale, ora Terna) e fu operata la vendita di impianti
di produzione di energia (attraverso le neoistituite Genco) a
operatori concorrenti. Le privatizzazioni avviate all'inizio degli
anni '90, precedute dalla trasformazione degli enti pubblici
economici (Iri ed Eni) in società per azioni, ebbero come
principale finalità quella di batter cassa in una fase di
gravissima crisi della finanza pubblica. La privatizzazione di
Telecom nel 1997, in parallelo alla liberalizzazione del mercato
delle tlc, si inseriva in un contesto di ritirata dello Stato.
Ciò in una fase nella quale, a livello globale, si era affermata
l'ideologia neo-liberale, che vedeva solo pregi nel mercato e solo
difetti nello Stato. Il modello dello Stato regolatore, subentrato
a quello dello Stato imprenditore, richiedeva però la presenza di
autorità di regolazione dotate di competenza e indipendenza. E ciò
soprattutto nei mercati, come quello delle tlc e dell'energia
elettrica e del gas, relativi ad attività di servizio pubblico con
presenza di elementi di monopolio naturale come le reti (per loro
natura non facilmente replicabili). Nel contesto italiano le
autorità di regolazione (Agcom, Aeeg, oggi Arera) non hanno avuto
vita facile su un doppio versante: le imprese ex-monopoliste, come
Telecom ed Enel, che mantenevano quote rilevanti di mercato; i
ministeri di settore e il governo che mal avevano digerito una
riduzione delle loro competenze.
Dopo la crisi finanziaria del 2008 lo Stato ha ripreso il suo
ruolo di controllore dei mercati e di risorsa di ultima istanza
anche per tenere in vita imprese in crisi perenne (Alitalia, Ilva
eccetera). Si è aggiunto più di recente il fattore geopolitico, con
l'attribuzione al governo di poteri eccezionali di controllo sugli
investimenti esteri (golden power). La stessa operazione Tim-Kkr
dovrà essere notificata al governo e probabilmente la presenza
dello Stato nella compagine societaria potrà rendere più agevole il
via libera. Il ritorno dello Stato ha dunque molte ragioni, ma,
come ammonisce un libretto di Giuliano Amato (Ben tornato Stato,
ma, 2022), bisognerebbe evitare che si ripropongano le
degenerazioni del passato.
alu
fine
MF NEWSWIRES (redazione@mfnewswires.it)
0808:30 nov 2023
(END) Dow Jones Newswires
November 08, 2023 02:31 ET (07:31 GMT)
Copyright (c) 2023 MF-Dow Jones News Srl.
Vivendi (EU:VIV)
Historical Stock Chart
From Aug 2024 to Sep 2024
Vivendi (EU:VIV)
Historical Stock Chart
From Sep 2023 to Sep 2024