Lettera agli Azionisti
March 15 2012 - 4:40PM
Italian Regulatory (Text)
Lettera agli Azionisti
Gentili Azionisti, abbiamo iniziato il 2011 con grande entusiasmo e
buone prospettive di poter vedere finalmente Eurotech tradurre in
numeri il suo potenziale: sul finire del 2010 avevamo infatti preso
un buon abbrivio e contavamo di poter mantenere un buon passo.
Sapevamo che c'erano delle incognite e dei possibili ostacoli sul
nostro percorso: nella mia lettera dello scorso anno evidenziavo
come la prudenza fosse d'obbligo, perché vi erano dei segnali
d'incertezza che avrebbero potuto influenzare negativamente il
nostro business. Di certo non ci aspettavamo che tutti i segnali
diventassero realtà e che tutto quello che di avverso poteva
accadere si manifestasse: la crisi finanziaria e monetaria in
Europa, la crisi del debito negli Stati Uniti, la crisi di bilancio
in Italia. A tutto questo si è aggiunto, imprevedibile quanto
devastante, lo tsunami in Giappone, seguito in autunno dalle
alluvioni in Thailandia che hanno ritardato le forniture di
componenti elettronici con ulteriori impatti sulle consegne di fine
anno. I segnali positivi che erano arrivati dall'andamento degli
ordinativi in gennaio e in febbraio si sono gradualmente spenti ed
hanno lasciato spazio ad una generalizzata situazione avversa, che
a partire dall'estate ha sempre più ostacolato il nostro business.
Abbiamo ripetutamente trovato sul nostro percorso degli ostacoli,
che hanno inevitabilmente rallentato il nostro passo più di quanto
avessimo preventivato ad inizio anno. Se è vero che speravamo per
il meglio, è altrettanto vero che ci eravamo comunque preparati ad
affrontare dei tagli dei costi operativi per abbassare il nostro
punto di pareggio. Nel corso dei trimestri abbiamo quindi dato
corso a tutte le azioni difensive previste, e in corso d'opera ne
abbiamo anche studiate di aggiuntive, in parte già attivate e che
continueranno a dare benefici nell'arco del 2012. In parallelo,
abbiamo continuato a costruire il domani, portando avanti nuove
iniziative ed investimenti, a dimostrazione della nostra volontà di
mantenere quella spinta innovativa che ci caratterizza e che è per
noi fonte di vantaggio competitivo. Un primo importante successo
che mi piace ricordare è l'impiego del nostro middleware Everyware
Software Framework nei reference design di Intel® dei gateway
Machine-to-Machine (M2M) basati su processore AtomTM. Il nostro
middleware è stato scelto perché permette di ridurre sensibilmente
il ciclo di sviluppo delle applicazioni e dei servizi basati
sull'interconnessione tra dispositivi: questa è una grande conferma
della nostra visione, nella quale è sempre più il software che
semplifica l'interconnessione a fare la differenza e ad essere
l'elemento distintivo anche nel settore dei Computer Embedded. Per
quanto riguarda i prodotti, abbiamo imboccato un chiaro trend verso
dispositivi ready-to-use e cloud-ready. Pur continuando ad
investire anche sulle nostre linee di prodotto tradizionali, come
le schede ad alta integrazione e basso consumo, che rappresentano
ancora quasi metà del nostro fatturato, abbiamo spinto
l'acceleratore nella direzione di prodotti che in quanto pronti
all'uso siano più facili da impiegare per il cliente e più facili
da vendere anche attraverso canali distributivi indiretti. In
particolare abbiamo sviluppato una linea di prodotti per
applicazioni di sicurezza e sorveglianza, come telecamere
intelligenti, che consentono, tra le tante cose, l'identificazione
biometrica del viso, la lettura di targhe e l'inseguimento di
oggetti. Il tutto si basa sempre sul concetto di intelligenza
distribuita e dunque i dispositivi sono facilmente integrabili in
logiche di controllo da remoto, permettendoci così di proporre
innovative architetture di sorveglianza e sicurezza in tecnologia
Cloud Computing. Sul fronte High Performance Computing (HPC) per
impieghi massivi, siamo stati protagonisti della nascita della
Piattaforma Tecnologica Europea (PTE) per l'High Performance
Computing, che ha visto i principali fornitori europei
EUROTECH S.p.A. Via Fratelli Solari, 3/a 33020 AMARO (UD) ITALY
Tel. +39 0433 485 411 Fax +39 0433 485 455 ir@eurotech.com
www.eurotech.com
Cap.Soc. 8.878.946,00 I.V. P.IVA / C.F. IT 01791330309 REA Udine
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di tecnologie HPC associarsi ai centri di ricerca BSC, CEA, Cineca,
Fraunhofer, Forschungszentrum Juelich e LRZ, con l'obiettivo di
promuovere lo sviluppo di una tecnologia Europea di supercalcolo.
In altre parole, anche l'Europa dopo USA, Giappone e Cina sta
iniziando a maturare la consapevolezza dell'importanza strategica
delle tecnologie HPC per il futuro della Regione. Da tempo Eurotech
sostiene il ruolo chiave del supercalcolo per lo sviluppo e la
competitività di un Paese o di una Regione, e l'obiettivo
principale della PTE è di coordinare tutte le forze europee
impegnate nel settore HPC e proporre un piano di ricerca ambizioso
alla Commissione Europea. L'iniziativa ha un orizzonte di
medio-lungo termine, ma promette di dare vita ad un settore HPC
europeo in grado di creare valore aggiunto tanto in termini di
ricerca quanto in termini di business. Riguardo alle acquisizioni,
ci siamo mossi con l'obiettivo di costruire una connessione più
forte tra Stati Uniti e Giappone ed accelerare il cross selling per
quanto riguarda le schede di calcolo real-time ad alte prestazioni:
è in quest'ottica, infatti, che va letta l'acquisizione della
società californiana Dynatem Inc., entrata nel perimetro di
consolidamento del Gruppo a partire dal primo di giugno. Dynatem
vanta un'esperienza trentennale nel mercato dei computer embedded e
in particolare nel segmento delle schede VME, VPX e CPCI, e ha
quindi una naturale affinità con i prodotti realizzati dalla nostra
controllata giapponese Advanet. Nel corso del 2011 abbiamo quindi
seminato molto, e siamo confidenti di aver fatto le cose giuste per
il nostro futuro ovvero per quando riprenderanno gli investimenti
per rinnovare impianti e processi di produzione. Vorrei ora
commentare brevemente i risultati economici e finanziari del 2011.
L'anno si è chiuso con un fatturato consolidato di 93,8 milioni di
Euro, al di sotto quindi della soglia dei 100 milioni oltre la
quale l'effetto leva sui costi operativi prevalentemente fissi
diventa visibile. Il Primo Margine si è attestato appena al di
sotto del 50%, rispettando sostanzialmente il target che ogni anno
ci prefiggiamo come cartina di tornasole per mantenere fede al
nostro modello di business, che si fonda sulla proposizione ai
clienti di un maggiore valore aggiunto rispetto alla concorrenza.
L'Ebitda di Gruppo è stato di 3,1 milioni di Euro, valore che sale
a 4 milioni se escludiamo i costi non ricorrenti. Come secondo
azionista di Eurotech non sono certo soddisfatto di questa
performance, non sufficiente per generare utili e distante dai
risultati che ogni azionista si aspetta. Ma come Presidente e
Amministratore Delegato di Eurotech so che il duro lavoro di tutti
i dipendenti, a tutti i livelli e in tutte le geografie, ha
costruito in questi anni una macchina industriale sempre più
efficiente e pronta a tradurre in profitti il potenziale ancora
inespresso. Nel solo 2011 abbiamo ridotto i costi operativi di 1,7
milioni di Euro, senza intaccare la nostra capacità d'innovazione e
di sostenere una rapida crescita del fatturato non appena se ne
presenti l'opportunità. E adesso che abbiamo imparato a dimagrire
in modo sano continueremo a farlo finchè la leva operativa non
dimostrerà il suo effetto. Diamo ora un breve sguardo a quello che
ci aspetta per il 2012. Una premessa di prudenza è d'obbligo:
l'incertezza dello scenario economico, soprattutto in Europa, deve
mantenere alta la nostra attenzione sul controllo dei costi, ma
deve anche essere uno stimolo ulteriore ad allargare i mercati di
sbocco, facendo leva sulla nostra nuova proposizione di soluzioni
di Device Data Management e di Asset Monitoring via Cloud, di cui i
potenziali clienti possono fruire anche in modalità "as-a-Service".
Questa nuova proposizione che abbassa per i clienti gli
investimenti iniziali ci permette di avere un'offerta di prodotto
più competitiva, da veicolare tramite la rete di vendita diretta
sui nostri clienti tradizionali (OEM e SI). Inoltre ci consentirà
di ampliare la base clienti stessa, grazie alla possibilità di
utilizzare in misura più importante i canali di vendita indiretti,
perchè questi nuovi prodotti, grazie al software, sono molto più
facili da utilizzare ed installare. Sebbene a livello di
portafoglio ordini la visibilità sia ancora bassa, la pipeline
delle trattative in corso che dovrebbero trasformarsi in ordini
durante l'anno è superiore, in valore assoluto, a quella su cui
potevamo contare in questo stesso periodo un anno fa. Questo dato
ci fa ben sperare, soprattutto perché si nota una certa vivacità
dell'area nord americana, che per noi rappresenta quasi la metà del
fatturato del Gruppo.
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In particolare nel marzo scorso un nostro modulo di calcolo ad alte
prestazioni e basso consumo della famiglia Catalyst è stato
selezionato per il programma americano del Positive Train Control
(PTC). Il programma PTC ha lo scopo di aumentare la sicurezza
ferroviaria attraverso un sistema di monitoraggio e di controllo
dei movimenti dei treni, con un investimento complessivo stimato in
12 miliardi di dollari entro il 2015. Da questo programma ci
aspettavamo i primi ordinativi sul finire del 2011, ma la
situazione di stallo vissuta dall'economica americana a cavallo tra
l'estate e l'autunno ha indotto dei ritardi e pertanto dovremo
poter raccogliere quest'anno i primi frutti della certificazione
PTC con il grosso degli ordini a regime a partire dal 2013. La
crisi del debito USA ha avuto più in generale effetti sugli
stanziamenti di fondi per investimenti in infrastrutture e in
programmi governativi, soprattutto della difesa. Se da un lato i
tagli in questo settore hanno influito negativamente sul fatturato
2011 a causa del blocco di molti programmi, dall'altro gli
spostamenti di budget tra programmi hanno riaperto i giochi su
alcune forniture: in questo 2012 ci sarà quindi da lavorare per
ritrovare i vecchi programmi che hanno ricevuto fondi e per
cogliere le nuove opportunità di business che ogni cambiamento
radicale introduce. Parvus ha costantemente dimostrato dal 2004 al
2010 di essere capace di sfruttare le occasioni di crescita e,
nonostante la battuta di arresto del 2011, questo track record
positivo ci dà fiducia per quest'anno e per gli anni a venire. Per
quanto riguarda il Giappone, la ricostruzione post-tsunami è in
atto e, come già storicamente accaduto dopo il grande terremoto di
Kobe del 1995, l'effetto sul PIL giapponese del 2012 in termini di
crescita dovrebbe essere più che proporzionale alla mancata
crescita nel 2011. All'inizio di febbraio abbiamo annunciato per
Advanet un importante design-win per computer embedded che verranno
utilizzati in sistemi di automazione e controllo di alcuni tratti
autostradali, e contiamo che questo primo segnale sia seguito da
una buona raccolta ordini nel corso dei mesi a venire. Per finire
vorrei spendere alcune parole sul futuro che ci attende. Il Cloud
si sta definitivamente affermando come un cambio di paradigma di
proporzioni cambriane: è ogni giorno più evidente come il poter
disporre di potenza di calcolo e memorizzazione dati su richiesta e
pagando a consumo, come finora abbiamo fatto con l'energia
elettrica, trasformerà il modo di fare business e di erogare
servizi. L'infrastruttura ICT scalabile del Cloud è quello che
mancava per la realizzazione della nostra visione dei computer
pervasivi. Avevamo già da tempo capito che era necessario passare
dal solo Embedded Computing al Pervasive Computing, dando ai nostri
prodotti una capacità nativa di integrarsi in infrastrutture ICT
allargando così il mercato potenziale. Il punto che rimaneva
irrisolto era chi e come dovesse fornire questa infrastruttura ICT:
non potevamo occuparcene noi, perché non è il nostro business, e di
fatto non riuscivano a farsene carico né i clienti finali né gli
integratori di sistema, a meno che non disponessero di ingenti
risorse sia tecniche che finanziarie. I fatti ci mostravano
un'inerzia nella realizzazione dello scenario pervasivo, che se
sulla carta pareva ineludibile rimaneva invece appannaggio di poche
realtà: mancava qualcosa, ma non era chiaro cosa. Con l'avvento del
Cloud tutto è diventato chiaro: con questa innovazione radicale è
emerso un modo completamente nuovo di concepire l'infrastruttura
ICT, che si è trasformata in una utility. Ma perché lo scenario di
calcolo pervasivo che Eurotech persegue si realizzi pienamente e si
assista all'avvento della Internet delle Cose, è necessaria
un'interfaccia di collegamento tra il mondo dei dispositivi
intelligenti e l'infrastruttura del Cloud. In altre parole serve
una piattaforma software scalabile e interoperabile per costruire
in modo veloce ed efficiente sistemi distribuiti, nei quali
migliaia o decine di migliaia di dispositivi intelligenti siano in
grado di collaborare tra loro e con le business application. Una
tale piattaforma da un lato deve essere in grado di offrire una
modalità di connessione semplice e affidabile ai dispositivi e
dall'altro deve poter far uso in modo nativo dell'infrastruttura
ICT del Cloud. Everyware Device Cloud (EDC) è la nostra piattaforma
software concepita proprio per essere l'interfaccia universale tra
dispositivi intelligenti e infrastruttura ICT del Cloud. La
piattaforma EDC nasce per fornire l'anello mancante necessario a
consentire la creazione di soluzioni Machine-to-Machine (M2M) di
nuova generazione: con EDC non ci limitiamo infatti a muovere bit
tra dispositivi, ma arriviamo a trasportare "actionable data",
ovvero dati pronti all'uso,
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da dispositivi intelligenti diffusi in un ambiente operativo fino
alle business application nel Cloud. Come i corrieri espresso
trasportano pacchi di beni dai punti di produzione fino ai processi
di consumo degli stessi, così la nostra piattaforma EDC ci permette
di trasportare pacchetti di dati digitali dai dispositivi che li
generano fino alle applicazioni che li utilizzano. Gli scenari
applicativi che si aprono sono enormi, perché qualsiasi oggetto
"intelligente" connesso via Internet al resto del mondo, sia
digitale che reale, può diventare un asset "visibile" e
monitorabile via Web: da un distributore automatico ad un plico di
banconote, da un mezzo agricolo ad uno scambio ferroviario. La
visione di Mark Weiser che vent'anni fa ci ha spinto a far nascere
Eurotech sta finalmente diventando realtà. I computer invisibili e
pervasivi ci stanno dando in dono l'"ubiquità digitale", che a me
piace sintetizzare con l'espressione: computer invisibili per un
pianeta visibile. La nostra fame di successo è più viva che mai e,
come sempre, per affrontare al meglio il nostro percorso contiamo
sul supporto di tutti voi.
15 Marzo 2012 firmato Roberto Siagri Presidente e AD
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